Un pranzo di Natale
Questa è una storia natalizia sul senso dell’accudimento e dell’arte culinaria.
In un ventoso paesino delle Prealpi una piccola comunità di anziani trascorre i suoi giorni nella Casa dei Decani. Dietro ognuno di quei Vecchi c’è una storia fatta di esperienze, sentimenti, emozioni, salute, circostanze ed altre variabili.
Nella Casa il quotidiano è semplice e scandito dai ritmi routinari che l' assistenza agli anziani richiede, ma dietro l'apparente semplicità si nasconde invece attenta organizzazione, complessità di interventi, scienza e coscienza, rispetto e delicatezza. E’ un lavoro faticoso e chi entra nella Casa rimane ammirato dai toni gentili e affettuosi di molte assistenti, anche con la stanchezza di fine turno, anche quando non sanno di essere viste o sentite.
Non si tratta solo di competenza e operosità: è empatia, è civiltà. Tutto questo Bene traspare dai loro visi, dai loro occhi, e consola; aiuta a sopportare qualche tono ruvido e sbrigativo.
Ogni anno, approssimandosi il Natale, nella Casa dei Decani organizzano il grande pranzo a cui sono invitati anche i parenti dei Vecchi. Il costo è modestissimo, simbolico; il lavoro per realizzarlo, invece, è faticoso e richiede un supplemento di impegno da parte del personale e delle volontarie.
Intanto nelle cucine, come alacri aiutanti di Babbo Natale, quattro cuoche iniziano a preoccuparsi della conciliabilità di un pranzo raffinato con gli anni e i denti dei Vecchi: sanno bene che ogni pasto nella Casa rappresenta per i suoi abitanti una novità gradita e gustosa, un risveglio dei sensi, una piccola botta di vita.
Ciò che le cuoche hanno ben chiaro fin da subito è che sarà un pranzo speciale.
E lo è.
L’atmosfera festosa, la bontà del cibo e la dedizione con cui è stato cucinato e servito, aiutano i Vecchi ad essere gioviali e sereni. Dopo il pranzo sono un po’ affaticati ma trovano ugualmente la forza per superare le difficoltà della loro condizione; vogliono godersi la giornata. Iniziano a cantare insieme e a condividere i ricordi passati che via via riaffiorano. I nuovi arrivati, o i più timidi, ascoltano. Altri bramano il silenzio.
Uno alla volta i parenti se ne vanno. Poi cala la sera e nella Casa ritornano i ritmi routinari che rassicurano. Domani nascerà un altro giorno.