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  • Donatella Bizzotto

Piuttosto non esco

- Un rito propiziatorio di capodanno -


La fine dell’anno vecchio e l’inizio del nuovo si accompagnano ovunque a bilanci della propria vita, a buoni propositi, a riti propiziatori e credenze della tradizione popolare che attirino la fortuna e, soprattutto, allontanino ostilità e disgrazie.

Il rito scaramantico di mia nonna Regina per un nuovo anno fortunato consisteva in questo: guai a uscir di casa a capodanno prima che un uomo le facesse gli auguri. Se, uscendo, la prima persona incontrata fosse stata una donna, sarebbe stato un anno funesto, e quindi nonna se ne stava rinchiusa finché non sentiva la voce di mio padre, suo genero, al quale toccava ogni anno il compito di farle gli auguri per primo. Papà l'assecondava. volentieri, anche se brontolava per doversi recare da lei la mattina presto, atteso con un caffè buono* fumante dopo il Bollettino del mare in onda alle 6.45 prima del giornale radio. Tranne un capodanno in cui lui e mamma erano stati a festeggiare fino a tardi e la mattina non si erano svegliati alla solita ora; nonna e la Rosina rimasero chiuse in casa finché papà non andò "a liberarle".


“Ma nonna”, le dicevo, “con tutte quelle disgrazie che hai passato credi ancora a queste storie?”


Forse proprio per questo aveva bisogno di qualcosa di magico che allontanasse i timori della malasorte che troppo spesso e nei modi peggiori aveva bussato alla sua porta. Questo piccolo rito di sentire la fortuna dalla sua parte la faceva stare bene. Era una donna evoluta per le sue idee di rinnovamento della condizione femminile e sicuramente non aveva nessuna intenzione di considerare delle menagramo le sue sorelle di genere, Eppure, con questo comportamento, dimostrava che anche dalle donne più moderne era inconsapevolmente accettata questa forma di discriminazione. Forse, fantasticavo, se un uomo si fosse travestito da donna e avesse suonato al suo campanello, nonna si sarebbe fatta una risata e avrebbe abbandonato questa sua esigenza scaramantica,


Fatto sta che, volente o nolente, il rito scacciaguai di nonna Regina ormai ce l’ho sedimentato dentro e si è trasformato in occasione per ricordarla. Ancora oggi, riaffiora prima di fare gli auguri di capodanno a qualcuno della sua zona più anziano di me e mi chiedo: li gradirà? Ma in un lampo il dubbio sciocco scompare e passo con naturalezza allo scambio reciproco di auguri fra donne e uomini indistintamente, perché non c'è niente di più bello e benaugurale di una buona parola accompagnata da un sorriso.


Dopo questa pubblicazione ho scoperto che anche altre nonne tentavano come nonna Regina di propiziare la fortuna per il nuovo anno, anche le vostre? O in quale diverso modo?

Io ci provo decorando i piatti con chicchi d’uva e melograno o lenticchie e baciando il mio caro consorte sotto un rametto di vischio vero o di fantasia. Questi piccoli riti mettono allegria, sono un gioco, una piccola tradizione.

Qualunque siano i vostri, portate con voi i miei migliori auguri. Buon 2023 a tutti!



Nota: * Il caffè buono era semplicemente caffè, e non miscela di caffè o surrogato

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