Una questione di accento
Don Ireneo è l'unico prete che io abbia visto con la chierica, la tonsura tonda praticata ritualmente sul cocuzzolo del capo dei sacerdoti fino al 1972; all'epoca questo suo segno distintivo mi colpì molto. Era un cappellano molto cordiale, non mi incuteva soggezione come il parroco. Fu anche il mio primo confessore e a tale proposito ricordo un aneddoto che mi fa sempre ridere.
Un giorno, a scuola di catechismo in preparazione alla prima comunione, suor Maurilia era più inflessibile del solito, forse per reazione alla stanchezza. Cominciò a spiegarci la Trinità (un dio unico composto da tre persone…) e per imprimere maggior forza alle sue parole tuonò “Tre persone” - e qui sollevò il pollice, l’indice e il medio di una mano – “e un unico dèo*"e ci mostrò l’indice dell'altra senza accorgersi del suo lapsus. Scoppiai a ridere, perché effettivamente quello che ci mostrava era un solo dito ovvero un déo**, in dialetto. Mi puntò il déo addosso, imponente e minacciosa come un temporale, e con gli occhi che mandavano saette mi mandò subito a confessarmi dal cappellano altrimenti non mi avrebbero dato la prima comunione. Corsi in chiesa e inginocchiata davanti alla grata raccontai tutta la storia; ma non appena rivelai il mio peccato, sentii nel confessionale dei rumori, una via di mezzo tra dei ragli e il russare. Ero preoccupata, alle prove non ce l’avevano detto. E forse don Ireneo si era arrabbiato e se n’era andato. Mi alzai e con circospezione scostai la sua tendina: invece era lì, piegato dal ridere.
* dèo ha la è con l'accento grave, va pronunciato come la E di erba ** déo ha la é con l'accento acuto, va pronunciato come la E di elefante
La foto con don Ireneo e la maestra Spadarotto è stata scattata a Quero ad una festa degli alberi, anno scolastico 1965-66, durante la mia quarta elementare. Io sono contrassegnata dal punto rosso.