La sedia vuota
- Donatella Bizzotto
- 14 minuti fa
- Tempo di lettura: 2 min
Un’esperienza da purgatorio
La cappella dove si sarebbe recitato il rosario funebre era stracolma. Non ci stavano più né persone in piedi né altre sedie su cui far accomodare chi era costretto a star fuori dalla porta. Allungai il collo e individuai un posto libero tra un uomo e una donna; forse era stato occupato da qualcuno che aveva dovuto assentarsi improvvisamente.
Aspettai qualche minuto. Niente. Allora lo indicai con un cenno a una signora avanti con gli anni appoggiata al suo bastone ma lei mi fece capire, con un moto categorico che mi stupì, che preferiva starsene lì fuori.
Decisi di raggiungere la sedia. Chiesi alla donna seduta vicino se potevo sedermi. Non mi rispose sì, ma nemmeno no. Sembrava volesse dirmi qualcosa, ma che per qualche ragione non potesse farlo. Pensai: nel frattempo sto qui, se arriva qualcuno che reclama il posto glielo lascerò.
Iniziò il rosario guidato dal parroco. Dal segno della croce fino alle invocazioni iniziali andò tutto regolarmente. Ma alla seconda metà della prima "Ave Maria", il mio vicino si girò verso di me lasciando andare un sospiro così "contrito" da coinvolgere, a pieni polmoni, l'invocazione. Un intenso odore solforato, simile a uova e cavoli marci messi insieme, giunse alle mie narici. Trattenni il respiro, ma sperare che quell’effluvio svanisse al più presto fu un'illusione. Con l'Ave Maria successiva capii che non mi sarei liberata di quel fetido sospiro se non alla cinquantesima replica della preghiera.
Cercai di astrarmi. Non funzionò. Allora pensai di uscire, ma avrei dovuto far spostare troppe persone. Poi fantasticai che quell’esalazione pestilente fosse gas esilarante e si diffondesse presto nella cappella, rendendo allegra tutta la mesta comunità. Insomma, le provai tutte per sopportare quella tremenda alitosi.
Ma ormai il rosario era alla fine e sperai che finalmente il mio purgatorio terminasse. Invece il sacerdote attaccò con le litanie. Ad ogni solenne invocazione, il mio vicino intonava un enfatico "Hhh-ora pro nobis", e la mia tortura ricominciò da capo.

MORALE: se in un luogo affollato c'è un'unica sedia vuota, prima di sederti, fermati un attimo a chiederti perché nessuno l'ha voluta prima di te





Commenti